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Ambiente e Territorio

Il paese di Osiglia si estende ai piedi del Monte Settepani (1387 m. slm).

Oltre al suo nucleo storico, il paese di Osiglia è composto da varie contrade e frazioni; alcune di esse sono sviluppate lungo la strada provinciale (Ronchi, Cavallotti, Giacchini, Barberis, Rossi, Ripa e Borgo), altre invece si trovano sui pendii circostanti e sono per lo più costituite da case agricole (Ponzi, Verrina, Monte, Musci, Orticeti, Carlevari, Ozella, Tecchio del Gamba e Baltera).

Il territorio della Val Bormida, ove è ubicato il paese di Osiglia, era compreso nei possedimenti della Marca Alleramica; una delle tre Marche, insieme alla Obertenga e all’Arduinica che delimitavano la zona detta Liguria nei secoli IX – XI e che si erano formate dalla divisione della grande Marca Anscarica voluta da Berangario, II re d’Italia.


La Valle Bormida faceva parte dei possedimenti donati nel 967 dall’Imperatore Ottone I ad Aleramo, personaggio di discendenza franca. Nell’atto di donazione, infatti si legge
“Omnes illas cortes, in desertis locis, consistentes a flumine Tanaro usque ad flumen Urbam et ad litus maris”.

Aleramo fu capostipite della dinastia di cui seguì le sorti l’insediamento. In seguito a matrimoni con discendenti di altre dinastie e a conquiste territoriali, il nome della famiglia si trasformò prima in Del Vasto e di seguito in Del Carretto, marchesi sia di Millesimo che di Finale Ligure. Osiglia fu sottomessa al ramo finalese della famiglia.


Consultando i contratti di vassallaggio della fine del 1300, si è scoperto che Osiglia aveva una densità demografica di circa 180 abitanti.

Questo dato è assai rilevante, in considerazione del fatto che venivano contati soltanto gli Homines, senza tenere conto delle donne dei bambini e degli anziani. Il paese quindi, era considerevolmente popolato: alla sua espansione avevano contribuito lo sviluppo delle ferriere e la conseguente produzione di carbone.

Durante i secoli XVII – XVIII, l’insediamento fu coinvolto nelle lotte fra Francia e Spagna, che se ne contendevano l’egemonia politica, nelle quali furono interessati anche i Savoia, che miravano ad ottenere uno sbocco sul mare.

Durante la campagna d’Italia condotta da Napoleone alla fine del secolo XVIII, Osiglia non fu teatro delle battaglie ma del transito delle sue truppe, lasciando tracce sia nel dialetto sia in altre usanze. Molti sono stati i caduti osigliesi durante la Guerra 15-18 e lo stesso si può affermare in relazione alla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale nel paese si svolsero le lotte partigiane, attestate dalle numerose lapidi e cippi. 
Oggi, Osiglia, è un tranquillo paese montano che raggiunge la media di 760 metri di altitudine sul mare con una popolazione di circa 500 abitanti.

Nel 1936 la costruzione della Diga artificiale ha cambiato il suo territorio migliorandone per i giorni nostri la potenzialità ricettiva e turistica. Essa si estende per 4 Km e, una larghezza di 200 m, offre angoli suggestivi e passeggiate ombrose, piccole spiagge dove è possibile balneare e abbronzarsi nella stagione estiva, affittare pedalò, canoe e molto altro.

Un imbarcadero attrezzato con bar e spiaggia e molte attività soprattutto nel periodo estivo.

Si ama definire il lago di Osiglia “palestra a cielo aperto”, per la grande offerta di attività outdoor possibili, per ogni gusto e per ogni stagione. Tale varietà è dovuta alla particolare morfologia del comprensorio, che permette sia sport acquatici sia terrestri, escursioni nei boschi e pedalate in mountain-bike ma anche discipline più moderne, come nordic-walking spinning, triathlon, corsa, ritiri di calcio, beach volley, pesca, concerti, eventi pirotecnici e molto altro...

Nelle passeggiate possiamo trovare elementi storici:
I ruderi dell’antico Castello Medioevale, che vengono fatti risalire ad un periodo storico compreso tra il XII e il XIII secolo. 
Fu fatto costruire a difesa dell’antico borgo, per controllare le strade mulattiere che collegavano il fondo valle con il colle del Melogno. Se del castello sono visibili, solo pochi ruderi, è integra e restaurata la porta di accesso all’antico borgo della  “Casa del Marchese”.

La Chiesa Parrocchiale principale dedicata al SS. Nome di Maria è situata poco fuori le mura dell’antico borgo, oltre il torrente Osiglietta.
La sua costruzione risale al 1100, stesso periodo del castello; essa venne riedificata ed ingrandita nel secolo XVIII. Nel 1855 fu nuovamente trasformata da navata unica a croce greca e affrescata in stile barocco.


La quattrocentesca Cappella di S. Antonio, in frazione Ripa, alla quale si accede attraverso un ponticello a schiena d’asino, anch’esso risalente al basso medioevo e dedicato al medesimo Santo con una piccola icona posta al suo centro.

La Fontana del Barbè, antica fontana risalente al XII secolo, in loc. Borgo.

L’oratorio di S. Francesco, ora sconsacrato, diventato teatro e punto di incontri e convegni.

La Cappella di S. Rocco, in Località Rossi, risalente al XV secolo, con il suo campanile a vela e un ciclo di affreschi datati 1536.